Gli agrumi

Sono il prodotto più conosciuto e che, fino a pochi decenni fa, ha meglio rappresentato il nome di Sant’Egidio. Furono impiantati tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800 per iniziativa di alcune famiglie del Capoluogo (come i Calabrese e i Ferrajoli) che, per tale operazione, si avvalsero dellíopera di “specialisti”, come i Parlato ed i Savarese, fatti venire appositamente dalla penisola sorrentina. In effetti, l’impianto di agrumi, già presenti in costiera, si rivelò un’opera di grande intuito commerciale per due ragioni: la prima, perchè essi sostituirono le viti che avevano uno scarso rendimento in termini di resa; la seconda, perchè la conformazione del terreno ha dato vita ad un prodotto di eccezionale qualità molto richiesto sul mercato. Delle tre varianti presenti (arancio, limone e mandarino) va segnalato, per le sue qualità vitaminiche, adatto anche per la realizzazione di confetture, l’arancio biondo (cosiddetto “biondo comune”) che, grazie alla sapiente opera degli agricoltori locali, riesce a conservarsi sull’albero anche ad agosto inoltrato.

Pasta di Sciuanelle

Ideale per accompagnare zuppe, è una “fresella” cotta in forno a legna e che si compone di pochi e genuini ingredienti: farina bianca di granone, acqua, sale e strutto di maiale.

Fusillo Sangiliano

Viene lavorato dalle sapienti mani delle massaie locali con lo stesso metodo di tanti anni fa: da un impasto di semola e uova si ottengono tante sfoglie che poi sono sapientemente lavorate. Infine, con una tecnica artigianale semplice ma molto antica, si ottiene il classico fusillo nella sua forma a riccio allungato.

Artigianato

L’artigianato di Sant’Egidio è sempre stato legato alle produzioni locali e all’agricoltura, una sorta di “industria” al servizio di produttori e agricoltori. Anticamente, un’attività molto diffusa era quella dei bottai, cioè mastri per la produzione di botti e utensili per la lavorazione dell’uva. Questa attività, che ha fatto la fortuna di diverse famiglie del Capoluogo, era giustificata dalla cospicua presenza di viti nel territorio, prima che queste fossero sostituite dagli agrumi. Oltre a questa, diffusissima era l’attività dei “maestri d’ascia”, gli attuali falegnami. A queste, va aggiunta la produzione artigianale di ceste di giunchi, le “panare”, per il trasporto degli agrumi e della frutta. Tranne quella del falegname, le altre due sono attività pressochè scomparse, sostituite dal restauro del mobile antico e dalla produzione artigianale di pasta fresca (il fusillo) e confetture agli agrumi.